Il Grande Bello

 

orme sulla sabbia

orme sulla sabbia

I gabbiani disegnano sulla sabbia percorsi apparentemente casuali. Cerchi e geroglifici che si rincorrono.

Le loro impronte si mescolano a quelle più piccole, dei piccioni.

Mi piace pensare che stiano riflettendo sul significato dell’esistenza borbottando fra sé e sé.

Mi piace seguire quelle linee apparentemente insensate, pensando che porteranno da qualche parte, che abbiano un significato.

Come la strada che abbiamo seguito noi.

Da Cagliari, salutato Capitan Francesco, siamo finiti a Villa Simius grazie al passaggio di Alessio e Tito, artisti di strada.

Aperti, sorridenti, gentili, ci hanno portato con loro; abbiamo condiviso il cibo che il “nostro” capitano ci aveva lasciato.

Alessio è Italiano, giocoliere, in strada da un anno. Tito è cileno, musicista; suona e canta in strada da venti.

Alessio usa delle sfere trasparenti. Ci accordiamo per un miniworkshop la mattina seguente.

Gli artisti e i venditori delle bancarelle si conoscono tutti. E’ abbastanza dura,la crisi si sente. “Voi cosa fate?” “Leggiamo delle storie.” “Ah, siete cantastorie!”

Condivisione di cibo e allegria

Condivisione di cibo e allegria

Suona bene detto così, ha un certo fascino… è vero!

La sera ci mettiamo un po’ in disparte… ci sentiamo vagamente clandestini… noi la settimana prossima faremo di nuovo la doccia quando ci va, potremo andare in bagno senza problemi e mangiare fino a sentirci pesanti. Ma stasera siamo artisti di strada e per giunta senza permesso in un paese dove è richiesto.

Infatti arriva una vigilessa a chiedercelo e ci dice che stasera può passare, ma lunedì il comune apre e se non lo rimediamo, non possiamo stare. E in ogni caso, fino a lunedì non possiamo più.

Siccome domani è l’ultimo giorno, decidiamo di andarcene.  Dopo il workshop di Alessio naturalmente.

L’angoletto che abbiamo scelto è di grande passaggio, ma la gente tende a fermarsi poco. A un certo punto una signora amante di Rodari ci chiede “Il palazzo di gelato”. Ce l’abbiamo! E glielo leggiamo.

Arrivano le 23:30. La spiaggia è a quattro chilometri. Noi potremmo dormire in una piazzoletta dietro il camper di Alessio, ma vuoi mettere il “Grande Bello” di dormire in spiaggia con la Luna quasi piena?

E’ la stessa che c’era a Palau, a Cannigione, la stessa che c’è a Torino, la stessa che guarda le impronte dei gabbiani da dove sto scrivendo, il “Poetto”, la spiaggia di Cagliari; ma torniamo all’altra sera: cammelliamo fino alla spiaggia di Villasimius e arriviamo distrutti.

…ma che Luna! 🙂

(Paola)

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